martedì 5 gennaio 2016

Una scelta di vita che dura da 20 anni

La montagna della vacanza è meravigliosa, idilliaca … così fantastica da avermi portata (come già raccontato) a scegliere la montagna come luogo dove creare il mio futuro, costruire una vita ed avere poi una famiglia.
I ritmi di vita tranquilli a misura d’uomo, i paesaggi incantevoli, i silenzi della natura fanno della vita in montagna il sogno di molti ma, le difficoltà non mancano. Innanzitutto un “forestiero”, pur che venga accolto, pur dandosi da fare con umiltà per la comunità, non sarà mai accettato come uno del paese, nemmeno se si crea una famiglia in loco.

Ma soprattutto il lavoro è più scarso che in pianura, quasi esclusivamente stagionale (ma bisogna mangiare tutto l’anno) e così spesso il pendolarismo su lunghe distanze diventa l’unica possibilità … certo la sera si torna in un ambiente magnifico, tranquillo e silenzioso; certo i pendolari ci sono anche in città (ne so qualcosa da prima) … ma il pendolarismo in montagna è fatto di viaggi in macchina per mancanza di mezzi pubblici, levatacce in inverno per spalare la neve alla mattina e al rientro con tempi di viaggio decisamente dilatati.
Crearsi una famiglia in montagna significa dare ai propri figli una vita sana, a contatto con la natura, donargli la libertà di giocare all’aperto lontani da tv e video-game, facendo sì che abbiano un rapporto più diretto con i coetanei ... ma, di farli crescere prima, nell’indipendenza del pendolarismo scolastico fin dalla più tenera età perché le scuole non ci sono ovunque e spesso significa avere il pulmino che passa alle 7:30 già dalla Scuola Primaria o partire alle 7:00 per la Secondaria Inferiore … con tanto di sovra-costi per le famiglie. Problematiche che aumentano con l’aumentare del livello scolastico.
Non ci sono asili nido pubblici, non sempre ci sono i servizi sanitari di base, col rischio (da esperienza personale) di far prima a far tornare a casa il coniuge dal lavoro (o chiamare un’amica) per correre al Pronto Soccorso piuttosto che aspettare un’ambulanza; oppure paesi senza una farmacia, costringendo per la più banale necessità a fare 20 km o più.
Non avere la patente o un mezzo proprio, è un problema oggettivo, perché non essendoci mezzi pubblici adeguati, per ogni minima necessità spesso ci si trova a doversi spostare per molti chilometri … anche solo per trovare un supermercato dove poter fare la spesa a cifre abbordabili. E già, perché il turista si lamenta dei costi della spesa in montagna, ma per chi ci vive tutto l’anno i prezzi sono identici, rendendo impossibile ad una famiglia media fare la spesa in paese.
In montagna ci sono forse meno esigenze, ma i costi della vita sono nettamente superiori a partire dal riscaldamento che viene acceso per 8/10 mesi all’anno; albeggiando tardi e tramontando presto il sole i costi per la corrente sono maggiori, così come si ha una maggior spesa di carburante avendo spesso la necessità di muovere l’auto per ogni più piccola esigenza.
La lontananza dalla famiglia, con ciò che comporta per una figlia unica avere un genitore anziano e malato … l’essere sola senza aiuti di nonni/zii nel crescere il figlio sono difficoltà che temprano l’anima e rafforzano lo spirito.
Solitudine data anche dall’ambiente stesso che regala lunghi periodi di isolamento in cui bisogna trovare un proprio equilibrio interiore per sopportare la vita solitaria che la montagna impone.
Che dire, per una vita sana a misura d’uomo questo è il prezzo da pagare … pro e contro che ognuno pesa con il proprio metro … non tornerei in città se non per gravi esigenze, perché nonostante le difficoltà questo ormai è il mio mondo con tutte le difficoltà e sacrifici che comporta e che fanno apprezzare le piccole cose ed insegnano a sorridere sempre e vivere con positività, per attingere da se stessi la forza per andare avanti.
LaGabry

2 commenti:

  1. E' bene che tu abbia citato questi risvolti della vita d'alta quota...risvolti poco noti ai turisti della domenica che spesso si esprimono a riguardo in modo banale quando non edulcorato...ma che sarebbe facile intuire anche con un semplice lavoro di immaginazione. Anche questo è un utile contributo. Buon 2016!

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  2. Vivo ad Erto, da quasi 2 anni e ci son arrivata dopo essermi licenziata in pianura. Mi son ritrovata nel racconto di Gabry. Per una vita sana e a misura d'uomo queste sono le prove da superare..e ce ne sono sempre un'infinità. Ma quando realizzi, ti senti parte di tutto. Una sensazione magica indescrivibile

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